Tuesday, January 3, 2023

Farmaci in Gravidanza e Allattamento Pagina 28

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L’emivita plasmatica della molsidomina non trasformata è di 2-4 ore, quella della linsidomina è di 2 ore2. L’eliminazione del farmaco e dei suoi metaboliti è prevalentemente renale (90%). Nei pazienti con insufficienza renale, possono rendersi necessari una diminuzione del dosaggio o un allungamento dei tempi di somministrazione. Nei pazienti con insufficienza epatica, si ha un allungamento della emivita della molsidomina e del metabolita attivo SIN-1 e una riduzione della clearance della molsidomina3. In caso di insufficienza renale o epatica e nei soggetti anziani, le concentrazioni plasmatiche del diltiazem possono essere aumentate. In uno studio, 700 pazienti con angina stabile, candidati ad un’angioplastica percutanea transluminale, sono stati randomizzati a molsidomina orale, 4 mg 3 volte al giorno o a diltiazem 8.

Secondo la scheda tecnica, non esistono interazioni tra molsidomina e beta-bloccanti, calcio-antagonisti, anticoagulanti1. In considerazione del meccanismo d’azione e degli effetti additivi, viene, invece, sconsigliata la somministrazione contemporanea di nitrati e controindicato l’uso di sildenafil 1. Risolti il primo dopo 3 giorni con cordarone, il secondo all' ospedale con 2 fiale di rytmonorm dopo 8 ore dall' inizio ed un terzo dopo 24 ore con tre compresse di rytmo norm.

In tal modo diminuisce la concentrazione del calcio intracellulare a livello delle proteine contrattili.Il diltiazem è riconosciuto come il prodotto di riferimento della classe III degli antagonisti del calcio secondo la classificazione OMS. Una tale associazione non deve essere intrapresa se non sotto stretta sorveglianza clinica ed elettrocardiografica, in particolare all'inizio del trattamento. Compresse a lento rilascio non divisibili, per somministrazione orale.

Chiaramente, quando le varici esofagee derivano da malattie epatiche , il paziente lamenterà anche tutti i sintomi della patologia sottostante. La sua azione bradicardizzante moderata contribuisce a ridurre il lavoro cardiaco. Non è stato evidenziato un effetto inotropo negativo sul miocardio sano. Diltiazem rallenta moderatamente la frequenza cardiaca e può esercitare un effetto depressivo sul nodo sinusale patologico. Esso rallenta la conduzione atrio-ventricolare, con rischio di B.A.V. Nell'animale, sono stati costantemente osservati casi di fibrillazione ventricolare mortali in caso di somministrazione di verapamil e di dantrolene per via e.v.

Sono numerosi farmaci usati nelle malattie cardiache con disturbi del ritmo. Tra essi ci sono anche i betabloccanti, alcuni calcioantagonisti e la digitale appena sopra indicati. Rischio di eccessivo calo pressorio soprattutto se utilizzato con solfato di magnesio e/o beta-bloccanti; almeno un case report ha riportato blocco neuromuscolare associato al loro uso concomitante .

Il trattamento iniziato prima dell’intervento, è proseguito sino a ore prima dell’angiografia di controllo prevista a distanza di 6 mesi. Tra i due farmaci non sono emerse differenze significative sia nel diametro del lume coronarico valutato tramite angiografia che nell’incidenza di restenosi (38% vs. 46%) e di eventi clinici maggiori (morte, infarto miocardico non fatale e rivascolarizzazione coronarica; 32,2% vs. 32,4%)8. Bloccanti gangliari possono dare effetti autonomici come l’ipotensione e l’ileo paralitico nella gravida, mentre nel feto possono provocare bradicardia, ipoglicemia e IUGR . Dopo il parto potrebbe verificarsi un transitorio aumento nella pressione arteriosa del neonato .

Su 320 pazienti con angina stabile trattati con molsidomina retard (16 mg una volta/die) in monoterapia o come terapia aggiuntiva, 293 hanno completato un anno di trattamento. Di questi, uno su undici ha lamentato la comparsa di un effetto indesiderato, in più dell’80% dei casi rappresentato dalla cefalea, responsabile della sospensione del farmaco in un quarto dei pazienti coinvolti10. Durante il trattamento può verificarsi un abbassamento della pressione arteriosa1. In alcuni casi si sono riscontrati ipotensione ortostatica, vertigini, disturbi gastroenterici, nausea e reazioni allergiche1. La gestosi ipertensiva è una grave patologia molto frequente in gravidanza e necessita di immediate terapia ipotensivante. Tuttavia occorre molta cautela nella somministrazione di farmaci antipertensivi in gravidanza perchè essi attraversano facilmente la barriera placentare e provocrare effetti dannosi sul feto.

Se il cordarone, come sembra dire lei, è efficace nel suo caso ad evitare recidive di f.a. Lo può proseguire, controllando dopo 1,3,6,12 mesi gli esMi di funzione tiroidea. Ma, le ripeto, la cosa fondamentale è che lei inizi una terapia anticoagulante orale. Innanzi tutto lei deve iniziare terapia anticoagulante orale con warfarin in modo da rendere meno possibili episodi trombo embolici.

I principali effetti collaterali sono affaticamento e freddo alle estremità. ACE-inibitori, come l’enalapril e il captopril®, possono causare un’insufficienza renale fetale nel 2° e nel 3° trimestre di gravidanza, da cui deriva la sequenza dell’oligoamnios (oligoamnios, deformità craniofacciali, contratture degli arti e sviluppo ipoplasico del polmone fetale). Usati durante il 1° trimestre, tuttavia, questi farmaci non sembrano essere teratogeni. MEDICITALIA.it propone contenuti a solo scopo informativo e che in nessun caso possono costituire la prescrizione di un trattamento o sostituire la visita specialistica o il rapporto diretto con il proprio medico curante. Tutti i contributi scientifici sono editati da professionisti , da Medical Writer o curati da Medicitalia con il supporto di Opinion Leader esterni e supervisionati dalla Redazione Scientifica.

Quando si rompono, le varici esofagee possono creare sanguinamento ed emorragia potenzialmente letali. In caso di insufficienza renale non sarà necessaria una riduzione della posologia se non in funzione della risposta clinica. Nel soggetto anziano e in caso di insufficienza epatica, le concentrazioni plasmatiche, a parità di dose, sono mediamente più elevate in ragione di un aumento della biodisponibilità. Un effetto natriuretico discreto è osservato dopo somministrazione acuta. A livello miocardico diltiazem interviene direttamente sul metabolismo energetico del miocardio, diminuisce le resistenze coronariche e periferiche e riduce il fabbisogno di ossigeno nel muscolo cardiaco.

I calcioantagonisti possono deteriorare la situazione in caso di compromissione della funzione ventricolare sinistra, e vanno in genere evitati nei pazienti con insufficienza cardiaca. Il secondo studio, della durata di 6 settimane, ha confrontato la molsidomina a lento rilascio con la molsidomina a cessione immediata e col placebo in 90 pazienti4. Entrambe le formulazioni di molsidomina si sono dimostrate superiori al placebo nel miglioramento della capacità di esercizio così come nella riduzione della frequenza degli attacchi di angina e nell’assunzione di nitroglicerina sublinguale al bisogno. Nel primo, condotto su 50 pazienti con cardiopatia ischemica, l’effetto antianginoso del farmaco si è protratto sino a 10 ore dopo la somministrazione di una compressa da 8 mg a rilascio ritardato4.

L'associazione di un antagonista del calcio e di dantrolene è dunque potenzialmente pericolosa. La migliore risposta al farmaco si osserva con la somministrazione al mattino, soprattutto se dopo di questa si resta sdraiati per circa 1 ora. Sono controindicati in pazienti con asma bronchiale, blocchi della conduzione intracardiaca, arteriopatie periferiche. Occorre porre attenzione nei diabetici, pazienti con disfunzione sessuale, astenia.

A causa della possibile insorgenza della depressione post-partum e della mancanza di sufficienti dati disponibili, si sconsiglia la somministrazione dei bloccanti gangliari durante l’allattamento. Nell’ultimo studio, 533 pazienti sono stati trattati con una delle due formulazioni a cessione ritardata, da 16 mg (1 volta/die) e da 8 mg (2 volte/die), o con placebo7. La somministrazione di diltiazem è associata ad un aumento della resistenza cardiaca agli sforzi ed alla prevenzione dello spasmo coronarico con diminuzione della frequenza delle crisi di angina pectoris. La riduzione delle resistenze sistemiche è anche alla base dell'effetto ipotensivo che si verifica nell'iperteso senza insorgenza di tachicardia riflessa.

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Sono stati osservati nel periodo iniziale del trattamento rari casi di aumento delle transaminasi epatiche. È opportuno diminuire la posologia della ciclosporina, controllare la funzionalità renale, dosare i tassi circolanti di ciclosporina e adattare la posologia durante l'associazione e dopo la sua sospensione. In donne in età fertile un'eventuale gravidanza deve essere sempre esclusa prima dell'inizio del trattamento e durante il trattamento stesso deve essere assicurata un'efficace copertura anticoncezionale. Diidropiridine, che agiscono dilatando le arterie periferiche ed alleviando il carico di lavoro del cuore.

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